Sono gli anni del passaporto genetico, verso la personalizzazione delle terapie per la Leucemia Acuta Linfoblastica e l’inizio di una nuova era nella comprensione dell’ origine della malattia.
In particolare in questi anni abbiamo definito le caratteristiche di alcuni sottogruppi di LAL ed il possibile uso di farmaci specifici contro le lesioni genetiche che li caratterizzano.
Nello specifico:
abbiamo dimostrato l’efficacia di un inibitore specifico per le LAL con riarrangiamento del gene MLL, frequente nei casi con meno di un anno all’esordio e prognosi negativa (Bardini M et al. Mol Cancer Ther 2018);
abbiamo definito la funzionalità antileucemica di un inibitore per i riarrangiamenti del gene CRLF2, alterato sia in LAL a cellule B (Savino AM et al. Leukemia 2017) che a cellule T (Palmi C et al. Oncotarget 2016).
abbiamo caratterizzato i casi italiani LAL a cellule T alterate nel marcatore genico SIL/TAL (D’Angiò M et al, Haematologica 2015); l’espressione di un altro biomarcatore (BAFFR) accompagna le cellule di leucemia e può diventare potenziale bersaglio terapeutico con CAR-T (Fazio G et al. Br J Haematol. 2017);
abbiamo ulteriormente espanso le nostre conoscenze sui riarrangiamenti del gene PAX5 nella LAL pediatrica e la possibilità di utilizzare un farmaco specifico per i segnali cellulari da esso dipendenti (Fazio G et al. Haematologica 2015; Cazzaniga V et al. Oncotarget. 2015)
abbiamo studiato in modo esteso le caratteristiche biologiche e la risposta alla terapia del sottogruppo LAL con traslocazione t(9;22) (‘cromosoma Philadelphia’), un tipo di leucemia rara ma a prognosi particolarmente negativa.
Grazie al coordinamento di uno studio internazionale, abbiamo per la prima volta identificato l’impatto prognostico delle alterazioni del gene IKZF1 (van der Veer A et al. Blood 2014) e dimostrato che il monitoraggio della Malattia Residua Minima (Cazzaniga G et al. Haematologica. 2018), anche in questo contesto ha un impatto altamente significativo.
Sono stati anche gli anni in cui abbiamo cominciato ad esplorare le cause della leucemia linfoblastica acuta e il significato della fase pre-leucemica. In passato abbiamo dimostrato che le prime alterazioni genetiche avvengono alla nascita, pur non essendo ereditate, ma non sono sufficienti all’evoluzione clinica della malattia. Serve interrogarsi su quali possano essere le cause scatenanti degli altri eventi necessari e la possibile complessa interazione di diverse componenti, inclusi stimoli infettivi ed infiammatori (Cazzaniga G et al. Leukemia 2017) e comprendere l’evoluzione della fase pre-clinica della LAL (Palmi C et al. Mol Cancer Res. 2014). Su questo stiamo ulteriormente lavorando, così come sulla comprensione di possibili eventi genetici che predispongono all’insorgenza della malattia.